Uno dei vantaggi è che, facendoci superare la necessità di visualizzare le cose così come ci appaiono nel mondo di tutti i giorni, fa venir meno l'impulso a pensare agli spazi come a spazi all'interno di spazi più grandi. Per esempio siamo soliti pensare a un foglio di carta come a uno spazio bidimensionale che si trova all'interno del nostro spazio tridimensionale. Così, quando qualcuno sente che l'universo si sta espandendo gli viene naturale chiedere: espandendo in che cosa? La domanda è del tutto naturale dal punto di vista tradizionale, ma non da quello nuovo in cui pensiamo a uno spazio come esistente in modo del tutto separato da qualsiasi altro spazio. Normalmente i cosmologi concepiscono, dunque, l'espansione dell'universo solo come una proprietà dello spaziotempo stesso, ossia che la distanza tra due qualsiasi punti nello spazio-tempo sta aumentando.