Cos'é veramente l'informazione?

Cos'é veramente l'informazione?

Immagini di dover giocare a scacchi a distanza, come si faceva una volta, con il telegrafo. Le serve un "codice" per potervi trasmettere la posizione di ogni pedina. L'informazione è appunto ciò che consente di togliere l'incertezza facendo in modo che Lei e il suo interlocutore possiate giocare senza errori. Ogni messaggio ha un contenuto informativo in quanto è scelto tra un insieme finito di messaggi possibili e in base alla probabilità che ha di essere inviato. Un messaggio poco probabile ha un contenuto informativo maggiore di uno molto probabile. Se tutti i messaggi trasmissibili hanno uguale probabilità di essere inviati, allora la quantità di informazione H insita in un messaggio è pari a log2N (con N uguale al numero di messaggi a disposizione) ed è misurata in bit, giacché se la sorgente è di tipo binario, come di fatto lo sono quelle digitali, essa può emettere soltanto una successione di segnali binari, indicati convenzionalmente con 0 o 1

L'Informazione è l'attività di "dare forma" alla mente. Immagina un bambino, all'inizio ha un cervello praticamente insapiente ma che si può "riempire" di concetti con l'insegnamento, le associazioni tra parole e cose o concetti. Ecco quindi che la mente del bambino "prende forma", grazie alle "novità", parola che è sinonimo di informazione. Una volta raccolte tante informazioni, la mente incomincia da sola ad agire, a fare i ragionamenti, a setacciarle tra le vere e le false, le giuste e le ingiuste secondo un proprio modo di ragionare (deduttivo, induttivo o adduttivo) e "fabbricare" da sola nuove informazioni che non vengono più impartite dall'esterno.

C'è una teoria matematica dell'informazione, molto sofisticata nell'approccio e nei risultati. Per rovesciare la prospettiva e riportare il discorso matematico a un più ampio discorso culturale ( non significa sminuirla, ma collocarla nel suo posto storico, al pari degli altri prodotti culturali e quindi esaltarne il ruolo e la natura di ricerca intellettuale e scientifica), direi che si potrebbe ridefinire il tutto in termini di semiotica e vedere la matematica come un linguaggio altamente formalizzato per descrivere (almeno) una porzione di realtà, suscettibile di tutta una serie di possibili indagini di tipo logico-deduttivo. Inoltre, per riportare al centro dell'attenzione la matematica, direi che tutte quelle grandi e gloriose discipline che nel corso del Novecento hanno sviluppato e dato lustro a tanti aspetti dell'attività intellettuale e scientifica umana, dalla semiotica stessa, allo strutturalismo, dalla filosofia analitica alle scienze cognitive, hanno saputo appropriarsi, almeno a livello elementare, di concetti e teorie matematiche di grande interesse. Per poter ( o per volere) rappresentare in termini rigorosi i processi semiotici, si dovrebbe ( e si potrebbe) far uso del linguaggio della teoria degli insiemi, anche quella non formalizzata, cioè non assiomatizzata, dotata come è di efficaci strumenti di rappresentazione e indagine. La nozione di insieme per classificare e raccogliere dati e contenuti di significato ( le partizioni indotte da certe relazioni di equivalenza che permettono la rappresentazione astratta di idee e concetti attraverso le quali rappresentiamo e interpretiamo il mondo), insiemi di simboli e una opportuna sintassi /semantica che consenta di manipolarli in modo coerente e sensato, una mappa ( auspicabilmente iniettiva) che associ le classi della partizione dell'insieme dei concetti a quella dei simboli che li codificano, che renda in tal modo possibile la comunicazione dell'informazione ( il problema è "ingegneristico": come fare a far passare ciò che è elaborato dalla mente di A- l'emittente- alla mente del ricevitore B: non disponendo della telepatia, occorre un codice che consenta questa trasmissione dell'informazione e così via). In questo modo, emerge chiaramente il rapporto materiale e concettuale, sancito fin dall'etimologia, tra logica ( la "scienza del linguaggio", visto che la nostra conoscenza intellettuale è veicolata dal linguaggio, anzi il linguaggio è l'architettura stessa del cervello cognitivo) e linguaggio ( sia esso quello naturale, con cui comunichiamo ordnariamente, sia quello formalizzato della matematica).

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pasquale.clarizio

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