Le punizioni servono? Recentemente mi sono trovato a gestire la sospensione di una ragazza del primo anno.
Il dilemma assale sempre ogni consiglio di classe in questi casi: investiamo sulla ragazza, preserviamola dalle punizioni mostrandoci disponibili e comprensivi e in cambio avremo da lei una relazione proficua oppure puniamola altrimenti non imparerà mai che le azioni hanno delle conseguenze e non ci rispetterà, vedendoci come dei mollaccioni facilmente abbindolabili.
Come risolvere questo dilemma? Io credo non valga una regola universale, non si può applicare la regola alla lettera a prescindere dalla situazione, dal contesto personale e familiare del ragazzo, da ciò che ha dimostrato nel resto del tempo.
Non è una questione di giustizia divina, non tocca a noi quella.
La domanda che mi accompagna sempre mentre mi appresto ad esprimere il mio parere è la seguente: "qual è il meglio per questo ragazzo?".
Ce ne sono alcuni di terribili: maleducati, sfrontati, irriverenti, scostanti che però, presi nel rapporto uno ad uno, mostrano tutta la loro fragilità e il loro bisogno di una corazza per difendersi dal mondo. In genere con questi sono meno duro e cerco di investire nel rapporto individuale, per offrire una compagnia adulta nella speranza, col tempo, di superare qualche fragilità.
Ce ne sono di vuoti; ti guardano ma non pensano, parlano ma non pensano, dicono ciò che credono vada detto ma senza ascoltare e senza riflettere su ciò che accade e ogni scusa accampata per ciò che accade è sconclusionata e fine a sé stessa. Con questa tipologia di ragazzi faccio sempre molta fatica. Non se è giusto o no, ma per natura mi viene da essere più duro con loro: iniziamo a mettere dei paletti belli chiari e se si sgarra la punizione è inevitabile. Poi, solo poi, investiamo sul rapporto.
Ce ne sono di aggressivi, sempre pronti con le mani e con le parole a cercare il contrasto. Con questi mi sento di ringhiare finché non si stabilisce che sono io il capo branco e loro possono muoversi solo dentro i limiti che concedo loro. Anche in questi casi l'investimento arriva solo dopo.
Ce ne sono di sciocchi, irridenti, sempre ironici ma sfuggenti. Per loro la strategia è ricambiarli con la stessa moneta. Ad un gioco di ironie non possono battermi mai, e quando capiscono che in qualche modo l'avrò vinta io accettano il mio ruolo e di conseguenza il loro. Con questi ragazzi investo subito in relazione, rapporto in ambienti destrutturati e di solito riesco ad ottenere di non dover arrivare quasi mai alla punizione.
Ce ne sono poi tanti, davvero tanti, che non sono nessuna di queste tipologie. Allora l'improvvisazione è d'obbligo.
Ogni volta, però, si riparte sempre dalla domanda iniziale: "qual è il meglio per questo ragazzo?". Nella speranza di dare più risposte corrette di quelle sbagliate.